take a seat

AAA PANCHINA CERCASI

29.04.2012 ways of seating Marco Ragonese

Un pomeriggio di primavera visitando una piacevole città italiana, trovai particolarmente felice la soluzione che per il rinnovamento di una piazza del centro storico era stata utilizzata dai progettisti: delle poltroncine in ghisa non fissate al pavimento così da potere lasciare alle necessità dei fruitori le possibili configurazioni. Il mio accompagnatore mi spiegò che, in realtà, erano state scelte quelle sedute singole per evitare che i barboni potessero dormirci stesi durante la notte. Da quel momento ho prestato attenzione a questo aspetto poco considerato ma che sta causando la sparizione dell'elemento principe del cosiddetto “arredo urbano”: la panchina. L'aumento considerevole di poveri nei centri urbani è innegabile – la caritas segnala incrementi inaspettati nell'utilizzo di mense e dormitori – a causa di fattori economici e sociali complessi che spesso ricevono risposte semplici o, per meglio dire, semplicistiche. Pensare di risolvere il problema dell'accattonaggio o del bivacco eliminando le panchine ricorda le spiegazioni sui sillogismi fatte a scuola. Nella città in cui vivo, qualche tempo fa, è stata fatta una petizione popolare per evitare – inutilmente - che da una piazza venissero eliminate le storiche panchine in legno colpevoli secondo l'amministrazione di allora di attirare barboni e mendicanti. Per lo stesso motivo nella stazione ferroviaria non è più possibile aspettare il treno seduti. Così al supplizio del ritardo ferroviario si somma anche la scomodità. Tornando alle panchine, non di rado capiterà di osservare la presenza di inusuali braccioli, la mancanza di schienali o altre soluzioni per evitare che un essere umano ci si possa stendere sopra. Al di là di una malinconica visione – cosa sarebbe il romanzo Caos Calmo senza la presenza della panchina? O il film Forrest Gump? - bisognerebbe chiedersi se le panchine costituiscano soltanto un elemento di “arredo” o permettano, attraverso un'attenta disposizione, di cogliere scorci nel paesaggio, urbano e non, che altrimenti non potremmo apprezzare. Il posizionamento all'interno di una piazza o lungo un viale definisce i flussi di attraversamento e quelli dello stazionamento, favorisce la visione di questa o quell'architettura (come avviene nei musei in cui le sedute sono poste di fronte a dipinti che richiedono una visione attenta). Nei piccoli centri urbani, in cui lo spazio pubblico costituisce ancora il fulcro della vita sociale, sarebbe impensabile non avere delle panchine. Nella città in cui vivo, sotto il mio studio, c'è una piazza con quattro panchine che, in maniera alternata, vengono abitate da diverse categorie di persone, dall'etilista alla mamma che tenta di fare addormentare il proprio figlio. Credo che senza questa presenza costante di persone, la piazza sarebbe più triste e, molto probabilmente, più facile preda di malintenzionati.

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