
Crediti:
office: STUDIO UP/Lea Pelivan, Toma Plejić, Antun Sevšek, Iva Denona Vusić, Jelena Martić; Domagoj Jurić, Ivan Grubišić Tasić; Robert Tičić;
in collaboration with Damir Gamulin (signage) and Nenad Vukušić (copywriting);
client: SAFIR d.o.o., Vukovarska 148, Split
realization: 2011
area: 1360 sqm
photographer: Robert Leš
Cellule metaboliste a basso costo Un ostello a Spalato di Studio Up
In tempo di crisi, andare a dormire negli ostelli è diventato una necessità ancor prima di uno stile di vita. In Italia la qualità degli alberghi ascrivibili a questa categoria lascia spesso a desiderare per diverse questioni: la lontananza dal centro urbano, la qualità scadente degli spazi e dell'arredamento, le camerate che ricordano caserme o centri di detenzione forzata. E anche quando ci si trova in un edificio architettonicamente interessante come l'ostello di Roma, o localizzato in uno splendido contesto come quello di Trieste, il senso di scoramento non può non assalire il turista che, per questioni di budget, è costretto a fruire di edifici e servizi da terzo mondo. La retorica impone che sia soltanto una questione di soldi: poco budget, bassa qualità. Ma in realtà non è sempre così e uno splendido esempio viene fornito dall'intervento che Studio Up ha progettato a Spalato. L'ostello GOLLY±BOSSY realizzato al centro della città croata - “in 100 giorni dopo un'azione di guerrilla” amano raccontare Lea Pelivan eToma Plejić - mostra come un'ottima qualità (di servizi e di architettura) sia raggiungibile anche senza budget da archistar. L'edificio conserva esternamente il carattere storico del centro di Spalato, ma internamente è stato trasformato in uno spazio caleidoscopico ricco di citazioni metaboliste, in cui la promiscuità forzata – caratteristica degli ostelli – non viene vissuta come una costrizione ma come un'opportunità di socializzazione. Al piano terreno è localizzato il bar-ristorante, mentre nei successivi piani trovano posto le diverse tipologie di camere la cui articolazione planimetrica cerca di mediare tra la necessità di ospitare più persone possibili e la realizzazione di spazi areati e vivibili. Le camere a “vagone” - in cui i classici letti a castello diventano alcove incassate nelle pareti - e le camere per famiglie – le cui pareti inclinate e i soppalchi generano uno spazio ricco anche se dimensionalmente limitato - sono caratterizzate da un ottimistico bianco, mentre gli elementi di distribuzione sono identificabili da colori fluo che ne indicano il carattere pubblico. La cura nel lettering, elefentiaco nelle scale, e nella segnaletica orizzontale e verticale sottolinea un'attenzione che dona a questo ostello l'appeal di un albergo di categoria superiore.