Che la storia recente di Berlino sia stata particolarmente travagliata è ben noto e questo isolato posto al margine settentrionale dell’antica cerchia di mura, demolita per fare spazio alla linea ferroviaria della S-Bahn, ne rappresenta un esempio evidente. Scorrendo mappe storiche e persino confrontando vari servizi in rete di foto satellitari emerge una struttura spaziale dalla variabilità quasi liquida, con la sola Anna Louisa Karch Strasse rimasta più o meno costante (nella giacitura ma non nella denominazione) a segnare il lato sud dell’area. Quest’ultimo intervento coordinato da Thomas Muller Ivan Reimann Architekten, autori anche di gran parte dei nuovi edifici, ricicla i segni stratificatisi nel tempo senza eccessive preoccupazioni gerarchiche o di ricostruzione storica. Una connessione infrastrutturale disegnata ai tempi della DDR diventa ad esempio spina pedonale, mentre la memoria della Garnisonkirche, chiesa evangelica dedicata alla guarnigione militare e principale elemento architettonico dell’area fino ai bombardamenti dell’ultima guerra, si tramuta in una presenza fantasmatica che dà luogo allo spazio principale dell’intervento.
L’interessante inversione pieno/vuoto che ne deriva, fa da sfondo e tema al progetto di Topotek1, incaricati delle sistemazioni degli spazi aperti. I loro interventi minimi, declinati secondo la scala di grigi tipicamente berlinese dei materiali di pavimentazione, tendono a unificare la varietà degli edifici, mentre la piazza di accesso ricorda collocazione e geometria della chiesa con un ampio rettangolo in asfalto chiaro. Al suo interno, in posizione decentrata, spicca un quadrato verde con un gruppo di alberi delimitato da una panca continua in legno. I supporti in piatto di acciaio si ripiegano a formare eleganti braccioli, utili a scandire la seduta in spazi più individuali, ma troppo vicini per poterci schiacciare comodamente un pisolo. In confronto ad altri, troppo diffusi dispositivi dissuasori di comportamenti poco urbani, la sottigliezza degli elementi sembra lasciare tuttavia spazio a interpretazioni non del tutto ortodosse, tenendo insieme il rispetto per la precedente destinazione religiosa con il suo carattere caritatevole.